la prefazione

Maurizio Socci giornalista
Maurizio Socci giornalista

Siamo destinati alla felicità o all'infelicità? Domanda attorno alla quale ruota il senso di tutte le vite del mondo, io credo. La classica domanda che ci mette in imbarazzo, persino quando la rivolgiamo a noi stessi. Eppure, con lucidità e coraggio, e' di qui che parte il collega e amico Marco Gasparini nel suo "Il Burattino, uno di noi". Come il Geppetto del Collodi iniziò di notte la creazione del suo Pinocchio, è di notte che Gasparini inizia a modellare il suo Burattino. Cellulare, rubrica, domanda via sms a raffica: "Cos'è per te la felicità?". Cosa gli rispondono gli amici? Felicità come serenità, come gioire delle piccole cose, eppure/oppure come inarrivabile anelito. Lo scopo del sondaggio, per stessa ammissione di Gasparini, e' "raccontare la vita". Il Libro e' non altro che una lucida analisi dell'autore sulla realtà moderna, affrontata in modo moderno - interviste, testimonianze, test sul campo - mutuata dalla sua esperienza giornalistica.


Ecco allora la felicità "commercializzata" dai mezzi di comunicazione, dell'avere ergo essere, quasi sempre dell'essere consumatore plagiato. Tipo: "Compra questi jeans e sarai come Belen". Questo, spiega Gasparini, in un contesto in cui la conoscenza "digitale" di una persona (tramite i famigerati Social Network) ha sostituito quasi interamente la conoscenza "analogica", del classico amico, quello vero, di quelli che nell'arco di una vita si contano sulle dita di una mano. È la Società della finzione, che si specchia, riconoscendosi, nella tv della finzione.


Chi ci rimette? I giovani, “colpevoli” di esserlo, cioè di essere spesso abbandonati da quegli adulti che non si ritrovano nella realtà contemporanea In questo senso una tirata d'orecchie Gasparini non la risparmia neppure alla Fatina di Pinocchio: altro che saggezza, sorrisi, vestitino blu e bacchetta. Si vuole davvero incontrare i giovani? Jeans strappati, scarpacce e via andare.
Gasparini lo fa: si arma di microfono, telecamera, faretto e sfida il popolo della notte "discotecara" di Rimini, per accorgersi che in fondo i giovani non desiderano altro che conoscere se stessi conoscendo gli altri. Insomma, sono alla caccia di persone “vere”.
E chi era mai che voleva diventare “vero”?


Proprio Pinocchio, che l'autore immagina di intervistare. Quanti Pinocchio ci sono oggi, tra i giovani? Costretti a dire, fare, perfino vestire sulla base di come la Società muove i loro fili. Quanti genitori di oggi, in stile Geppetto, si perdono i figli per strada, cercando di comprare il loro affetto e ritrovandosi nella pancia della Balena, senza capire dove hanno – abbiamo sbagliato? Esistono ancora le “Fatine buone”, in grado di portare il buon consiglio nella vita degli altri? Da quanti sedicenti amici, nello stile del Gatto e la Volpe, dobbiamo difenderci? Quanti moderni Lucignolo tentano di illuderci che il mondo sia un Paese dei Balocchi e che non servano studio, sacrifici e pazienza per ottenere risultati? Domande che certificano l'estrema attualità del Pinocchio Collodiano. Domande che Gasparini rilancia nel suo testo, in modo lungimirante, senza cadere nel rischio di dare facili risposte o banali ricette. Al contrario, collegandole a storie vere, di persone vere, di Pinocchi divenuti... bambini veri, dopo aver affrontato  e risposto a quelle domande. E' questo il caso, toccante, di Lara, figlia di un tossicodipendente. O di Padre Beppe, che combatte col sorriso i Narcos in Colombia. O di Tatiana, Laureata in Economia, che ha capito come la vera ricchezza sia la felicità di aiutare gli altri.

Già, la felicità. Il punto di partenza  e di arrivo. E di domanda, che avvolge “Il Burattino” che c'è dentro ognuno in noi. Chissà che questo libro non ci aiuti a diventare "bambini veri". Davvero.

Buona lettura!


Maurizio Socci

giornalista, ex presidente UCSI Marche

 

intervista all'autore

Marco Gasparini - EXPO
Marco Gasparini - EXPO

Sabato 19 dicembre a San Costanzo, nella biblioteca Comunale alle ore 17.30 alla presenza delle autorità,  è stato  presentato al pubblico il libro di Marco Gasparini, giornalista e vice direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli Pergola,  un saggio sulla vita contemporanea dai contorni giovani che prende spunto dalla storia di Pinocchio.

 

Abbiamo chiesto all’autore come nasce il libro?

Il libro nasce di notte, mentre riflettevo sul tema della felicità, mi è venuto in mente di inviare qualche SMS dal mio cellulare ai contatti della rubrica. Nel messaggio ho chiesto ad amici e conoscenti cosa fosse per loro la felicità. Le risposte, che trovate nel libro, mi hanno fatto venire la voglia di approfondire e di scrivere… così è nato “il burattino uno di noi”.

 

A chi è indirizzato questo libro?

Il libro si rivolge a tutti, ma ha una attenzione particolare ai giovani che ne sono i protagonisti, una visione critica del mondo d’oggi guardato tramite i personaggi della intramontabile favola di Pinocchio e raccontato con interviste, riflessioni e testimonianze vere.

 

Qual è il messaggio principale che vuoi comunicare?

Il messaggio che voglio comunicare è semplice: si può essere felici diventando uomini e donne vere e non più burattini! Prendere coscienza di chi si è davvero, del valore della vita, della bellezza del crescere liberi dai vincoli di una società che ci inquadra e ci chiede di produrre, di metterci continuamente in competizione. Secondo me c’è dell’altro oltre i fili di Mangiafuoco, se volete potete scoprirlo leggendo “il burattino uno di noi !”.

interviste sui media