l'ultimo capitolo

il libro

Cosa si legge nell'ultimo capitolo di un libro?

Il finale, ovvero quegli elementi che ti fanno capire l'intera storia, danno un senso compiuto a tutto quello che si è letto prima.

Questa è stata l'intuizione, la lampadina che mi ha portato a scrivere questo nuovo libro, la possibilità di spiegare come poter leggere la vita con una nuova prospettiva. 

Come sempre il mio è un tentativo di condivisione senza pretese di dare risposte ma solo di stimolare domande. 

Marco


si ringraziano :

 Cinzia Urbinati

Milena Volpe

Nicola Orciari

(autore della copertina)

Raffaella Balducci

Raffaella Nannini

 P. Gabriel Kwedo

Paola Bargnesi

 Don Stefano Maltempi

 

Egizia Marzocco

(presidente UCSI Marche)


rassegna stampa

da Il Resto del Carlino del 30/12/2022
da Il Resto del Carlino del 30/12/2022

indice

 

Introduzione

 

Cap. 1 Chi siamo

  • 1.1 siamo umanità

  • 1.2 facciamo memoria

  • 1.3 questione di appartenenza

 

Cap. 2 Dove andiamo

  • 2.1 verso la felicità

  • 2.2 il senso alla sofferenza

  • 2.3 sorella morte

 

Cap. 3 e perché?

  • 3.1 per servire

  • 3.2 per completarsi

  • 3.3 per raggiungerlo

  • 3.4 a più voci
  • 3.5 concludendo

 


introduzione

Che cos'è l'uomo perché te ne curi? Un figlio d'uomo perché te ne dia pensiero?”

Con queste parole tratte dal salmo 8 della Bibbia, inizio questa mia riflessione, questo cammino alla ricerca del senso, di senso, un tema questo più volte affrontato anche dalla filosofia, un substrato che si deposita come humus sulla storia e sulle vicende della nostra vita.

Chi siamo? Dove andiamo e perché?

Domande che da sempre e per sempre l'uomo continuerà a porsi, almeno spero, almeno fino a quando avrà la lucidità morale per farlo, domande che pongono le fondamenta ad ogni esistenza.

Ho voluto intitolare questo libretto “l'ultimo capitolo” per due motivi, il primo perché sarà l'ultimo libro che scriverò, e il secondo motivo è perché nell'ultimo capitolo di ogni libro si comprende a pieno la storia narrata, il significato profondo che compatta, incorpora, eventi e personaggi della narrazione. Insomma cercherò di dare senso a quanto accaduto fin qui nella speranza di trovare una qualche plausibile risposta alle tre domande di cui sopra.

Non prendete questo testo come un libro di filosofia o di psicologia e nemmeno di teologia, è semplicemente l'espressione del mio pensiero, del mio cammino, delle mie più o meno intense sofferenze interiori, una condivisione di ciò che sono e sento senza nessun'altra pretesa.

Accogliete questo libro così com'è... se poi vi porrà degli interrogativi a cui vorrete rispondere, bene, allora ben arrivati all'ultimo capitolo!

 

Buona lettura.

presentazione del libro
presentazione del libro

la prefazione

dott.ssa Milena Volpe
dott.ssa Milena Volpe

L’ULTIMO CAPITOLO di Marco Gasparini è un libro che scivola fra le dita, che porta il lettore ad interrogarsi sui temi importanti dell’esistenza. L’autore è riuscito a comporre le pagine, quasi fosse un dialogo fra amici seduti comodamente intorno ad un tavolo, che nella confidenza lasciano che i pensieri si confrontino, si intreccino fra loro, si raccontino di storie passate e di visioni future. Il lettore non riesce a resistere a questo invito e nel silenzio della lettura è stimolato a dire la sua, a partecipare senza accorgersi a questa conversazione familiare che ha il sapore della saggezza e che ci ricorda che l’uomo alla fine ha il grande strumento delle domande per cogliere il proprio senso. Ci vengono poste con delicatezza e decisione le tre domande sacre del chi siamo, dove andiamo e perché Il titolo e la profondità delle interrogazioni fanno pensare che questo possa essere il testamento dell’autore, la raccolta di insegnamenti e di scoperte che gli eventi della vita lo hanno portato ad assaporare, ma sarà proprio così? Troveremo una fine in fondo a queste pagine? ...

Chi conosce Marco Gasparini non può credere nella chiusura del suo “essere servo”, del suo essere a servizio degli altri perché sa che è un giornalista che “si sporca le mani”, che si mette in prima linea per donarsi generosamente, che “condivide ciò che è e che sente senza nessuna pretesa”.  Eh sì, scrivere libri, fare interviste e promuovere informazioni, essere membro della protezione civile, essere membro attivo (direi attivissimo per tutti i suoi incarichi) presso il Centro Missionario Diocesano e presso la Diocesi stessa, è il servizio che l’autore fa a tutte le generazioni affinché abbiano occhi nuovi per vedere la sofferenza, la felicità, la perdita e la vita ma soprattutto trovare la propria strada nei valori. Nelle pagine troviamo alcuni fatti personali dell’autore, alcune sofferenze interiori e le letture che ne fa di essi che ci portano ad analisi respiranti, piene di ossigeno; Marco ama partire da dove gli altri vedono punti di arrivo, dalle certezze collettive, significati assodati per poi spostare l’asticella più in là, per mettere di nuovo il lettore in cammino stimolando l’inquietudine degli animi. Allora dove si trova la fine di tutto? E la fine può concludere tutto ed essere fine di se stessa oppure la fine non è una fine? Insomma, la biografia si mescola all’analisi, il particolare al collettivo e il lettore ha l’occasione di risentire la bellezza del bisogno di appartenere, aldilà di ogni etichetta e professione, appartenere a se stesso, all’altro, all’umanità, in un continuum che sembra non aver fine, o meglio, dove ognuno può trovare la propria fine e il suo nome. Questo libro racchiude più voci, tra le righe sembra di sentire le parole delle persone scelte da Marco, scelte per essere ricordate come il fratello, i vari amici intervistati ed infine l’amico missionario e questa musicalità ha il potere di creare il desiderio di stare con gli altri e di costruire con gli altri, e come dice l’autore “valorizzare tutto di tutti”, “l’altro diventa tutt’altro che altro”. Un libro che muove il pensiero, che prende per mano la riflessione, che fa vibrare gli animi con il desiderio di sentire e trovare il proprio posto sia in questa vita che oltre la morte, è un libro pieno di vita e che te la fa amare.

Milena Volpe

“amo la speranza perché è un sentimento testardo

come me”

 

Psicologa Psicoterapeuta

Assessora Servizi Sociali – Comune di San Costanzo